slot machines

scopro per caso da un amico che ha un bar che le slot machines incassano qualcosa come 400.000= euro l’anno cadauna. Ovvero per un bar che ne ha quattro si genera un giro di denaro che supera il milione e mezzo di euro all’anno.

Al bar resta il 4% e il resto va allo stato.

Da dati sparsi trovati su internet sembrerebbe che gli incassi dei monopoli di stato legati all’azzardo (lotto, lotteria, slot machines, poker online, totocalcio, gratta e vinci e cosi’ via) siano dello stesso ordine di grandezza degli incassi del fisco. Con la differenza (non trascurabile) che mentre le tasse sono proporzionali al reddito probabilmente gli incassi provenienti dall’azzardo domestico sono in gran parte un contributo inversamente proporzionale allo stato di benessere economico: chi ha meno quattrini gioca di più, sperando nel colpo grosso.

Si capisce così che liberalizzare e promuovere l’azzardo e non contrastare l’evasione fiscale corrisponde a spostare il peso del contributo economico alle necessità sociali dalle classi più agiate a quelle più deboli.

Inoltre, trattandosi di una sorta di donazione volontaria da parte dello scommettitore, porta via denaro dal libero mercato per passarlo direttamente allo stato bypassando il ciclo produzione / consumo che si dice faccio tanto bene all’economia capitalistica.

Nonostante ciò anche l’azzardo genera consenso, raccoglie passioni e speranze, costa ma aiuta a dimenticare, temporaneamente il senso di insicurezza.

E’ la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani…

A ogni piano, mentre cade, l’uomo non smette di ripetere: “Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene”.

Questo per dire che l’importante non è la caduta ma l’atterraggio.

dal film l’Odio di Mathieu Kassovitz, 1995

 

 

tommaso, 3 maggio 2010


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