Vittime di un miraggio, possiamo ben dire di averla scampata bella.
Per una intricata serie di ragioni (alcune casuali ed altre meno) ad un certo punto si è formata la diffusa convinzione che nei giorni 10-11-12 febbraio 2012 si sarebbe manifestata, nella capitale e nelle più grosse città del paese, l’emergenza maltempo nella sua forma più rovinosa.
La settimana precedente era accaduto che alcune tenere avvisaglie di maltempo avessero colto di sorpresa i dispositivi di protezione e la neve, poca, era arrivata cogliendo tutti impreparati. Un simile smacco non sarebbe più dovuto accadere.
Per le giornate in questione, nonostante non vi fosse alcun fatto che facesse pensare ad una possibile ripetizione dell’evento, l’allerta era dato, le istituzioni preposte attivate, non si trattava che di aspettare il nemico, evocandolo.
Treni annullati, scuole chiuse, tonnellate di sale e soprattutto una precisa informazione su come è necessario comportarsi durante le tormente, costituivano la parte più visibile di un capillare apparato di controllo, allertato e pronto ad intervenire.
Fu così che andò tutto bene, naturalmente: non vi fu alcun elemento catastrofico.
I treni restarono fermi, i bambini a casa, i viaggiatori non partirono e moltissime riunioni vennero rimandate a causa del previsto maltempo.
La Grande Battaglia fu vinta e il fatto che la vittoria fosse dovuta all’assenza dell’avversario non diminuì né il gaudio né la soddisfazione di tutti.
Si pongono ora principalmente due questioni.
La prima: se la sola evocazione di un nemico è tale da sopraffare qualsiasi evidenza sperimentale, che si potrà mai dire di nemici più oscuri e nascosti come per esempio “la criminalità” o “la recessione”?
Il secondo: non è che sono i viaggiatori a non voler viaggiare, i bambini a non volere andare a scuola e che nessuno, sotto sotto, ha voglia di insistere per fare delle noiosissime riunioni di lavoro? Non è, cioè, che l’emergenza maltempo ha permesso a ciascuno di fare un po’ di più quel che gli faceva comodo? Freud diceva che il super-io è solubile in alcool, forse anche nella neve.
(naturalmente, come invece era previsto, negli stessi giorni da qualche parte ha nevicato, e non poco. In Abruzzo, per esempio. Ma, notoriamente, quel che succede in Abruzzo non ha niente a che fare con le Grandi Battaglie e non merita, per questo, troppa attenzione)
tommaso febbraio 2012
una breve postilla sulla scuola
Nel 2008 i ministri Gelmini e Tremonti annunciavano un piano triennale di tagli furibondi al sistema dell’istruzione pubblica. Prendono allora vita diffuse, spontanee e massicce forme di protesta.
Oggi, quattro anni dopo, il processo di de-strutturazione dell’istruzione pubblica è compiuto, esattamente nelle forme e nei modi promessi dal duo Gelmini – Tremonti, ma nessuno dice nulla, si cammina sulle macerie cercando di non inciampare.
Si direbbe che anche in questo caso il nemico evocato sia stato più efficace del nemico reale.
che casino …