a chi fa paura?

31.3.2014 3/1/4

Il 31 marzo 2015 si è svolta la terza udienza del primo troncone di quattro delle indagini che riguardano l’occupazione e lo sgombero di un aula dell’Università Statale di Milano da parte del collettivo informale denominato Ex-CUEM.

Durante la prima udienza, a Dicembre, il giudice aveva fatto sgomberare l’aula, la seconda si era svolta in una ordinaria aula di Tribunale ma a porte chiuse mentre per la terza si è ritenuto necessario cambiare persino la sede.

Sette sono gli imputati, accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Violenza e resistenza esercitate a seguito delle cariche della polizia dentro le mura dell’Università.

Le udienze di questo procedimento d’ora in avanti si svolgeranno a porte chiuse nell’aula bunker di Ponte Lambro, per intenderci dove si è svolto il processone contro più di 120 sospettati di far parte della associazione mafiosa ’ndrangheta.

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1968.1972.2014

La storica libreria CUEM, nata alla Statale di Milano dal 1968 (e anche lì all’inizio fu occupazione), con due sedi, una in via Festa del perdono e una in via Celoria, ha chiuso nel 2011, gravata dall’oneroso affitto richiesto dall’Università, all’interno della quale resta attualmente attiva, come punto vendita di materiali e servizi per la didattica, la sola CUSL, fondata nel 1977 da alcuni militanti di Comunione e Liberazione.

Nel 2013 un gruppo di studenti occupa gli spazi rimasti vuoti dell’ExCuem di via Festa del Perdono e ne fa una libreria un po’ sui generis, dove i libri si vendono a poco o si fotocopiano, si organizzano dibattiti, si producono e diffondono dispense per gli studenti, si discute si ragiona e si fa festa privilegiando il valore dell’uso a quello dello scambio mercificato.

La qualcosa risulta intollerabile al Rettorato (non si sa se a causa del mancati introiti, se per la distribuzione indipendente di dispense e di libri a prezzo calmierato, se per le feste o per la libera circolazione delle idee). Tanto intollerabile che durante un fine settimana, allontanato preventivamente il personale, viene incaricata una squadra di demolitori che farà mucchio delle suppellettili e lascerà letteralmente divelti i pavimenti della libreria.

Quando, il giorno dopo, di fronte alle macerie, viene organizzato un corteo interno il Rettore chiama e autorizza l’ingresso alla forza pubblica la quale carica violentemente i manifestanti nel cortili e nel chiostro dell’Università. Non accadeva dal giugno 1972 ossia quando ancora la nascita degli imputati a processo era molto di là da venire e il rettore Gianluca Vago non aveva ancora compiuto dodici anni. Il corteo interno oppone resistenza alle cariche, ne risultano qualche contuso, diversi procedimenti con diversi imputati. Nessun lamento si ode da parte degli accademici, siano essi senatori, baroni o assistenti ricercatori, rassegnati, parrebbe, ad eterna precarietà.

Il processo per quei fatti, va detto, si era aperto con un’ulteriore macchia.

Poiché le disgrazie non vengono mai sole, infatti, uno dei sette, Graziano, è già imputato per “fatti di Terrorismo” per aver leso l’immagine della Nazione dando fuoco ad un compressore in quel di Chiomonte nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2013. Il roboante capo d’imputazione era già stato derubricato dalla Cassazione e dal Tribunale ma questo non è bastato a permettergli l’accesso agli arresti domiciliari, come invece è stato per Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò, imputati per i medesimi fatti, nella stessa città (Torino) e con gli stessi PM. Anzi, continua a tenerlo detenuto nel circuito restrittivo dell”Alta Sicurezza”. (Ma la Giustizia, si sa, è una Dea cieca) Graziano, quindi, segue il processo chiuso in una gabbia. È così che all’udienza di Dicembre, la prima, amici e coimputati, per stringersi attorno a lui inducono il giudice a far svuotare l’aula, e a lasciarla di lì innanzi, vuota.

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Per ordini che vengono dall’alto, le udienze di questo procedimento contro sette persone accusate di resistenza ad una carica della polizia, si svolgono a porte chiuse, nell’aula bunker di via Ucelli di Nemi a Ponte Lambro, una sorta di iperuranio della giustizia, con un imputato chiuso in gabbia. La macroscopica sproporzione tra la causa e l’effetto è più che evidente. Il sospetto è che si abbia più paura della parola che degli spintoni e che lo scopo ultimo sia quello di far sì che tutto questo avvenga in modo molto poco visibile. Nella società dello spettacolo l’importante è la scelta della rappresentazione.

16.17.18 1/2015

per quanto riguarda la libera circolazione delle idee, un altro episodio curioso interessa i locali dell’Università Statale di Milano.

Per impedire lo svolgimento in via Festa del Perdono di un’assemblea NoExpo, Rettore e Prefetto tempestivamente chiudono (letteralmente sprangano) un giorno per l’altro i locali dell’Università per 3 giorni, da venerdì 16 a domenica 18 gennaio 2015, bloccando lezioni ed esami e tenendo fuori studenti e personale.

In questi giorni l’Università è aperta, è un cantiere: al suo interno sono in allestimento gli spazi per il Salone del Mobile.

tommaso aprile 2015

la CUEM:

https://www.facebook.com/pages/CUEM-UNA-FINE-UN-NUOVO-INIZIO/261145017260172

la Statale:

http://www.radiocane.info/universita-statale-il-deserto-che-avanza-parte-prima/