“Leggete Fanon: saprete che, nel tempo della loro impotenza, la pazzia omicida è l’inconscio collettivo dei colonizzati”.
Jean-Paul Sartre dall’introduzione a I dannati della terra di Franz Fanon, Giulio Einaudi editore, ottava edizione 1979, pag. XVI
che così continua:
“Questa furia rattenuta, non potendo scoppiare, gira a tondo e sconvolge gli oppressi stessi. Per liberarsene, giungono a massacrarsi tra loro: le tribù si battono le una contro le altre non potendo affrontare il nemico vero – e potete contare sulla politica coloniale per mantenere le loro rivalità; il fratello, alzando il coltello contro suo fratello, crede di distruggere, una volta per tutte, l’aborrita immagine del loro avvilimento comune”. (idem pag. XVI)
È poi lo stesso Fanon che scrive:
“La città del colonizzato è una città affamata, affamata di pane, di carne, di scarpe, di carbone, di luce. La città del colonizzato è una città accovacciata, una città in ginocchio, una città a testa in giù. È una città di sporchi negri, di luridi arabi. Lo sguardo che il colonizzato getta sulla città del colono è uno sguardo di lussuria, uno sguardo di bramosia. Sogni di possesso. Tutte le forme del possesso: sedersi alla tavola del colono, dormire nel letto del colono, possibilmente assieme a sua moglie. Il colonizzato è un invidioso, il colono non lo ignora quando, cogliendone lo sguardo alla deriva, constata amaramente ma sempre all’erta «Vogliono prendere il nostro posto». È vero, non c’è colonizzato che non sogni almeno una volta al giorno di impiantarsi al posto del colono”. (idem pag. 7)
[…] e ancora:
“La violenza che ha presieduto all’assetto del mondo coloniale, che ha ritmato instancabilmante la distruzione delle forme sociali indigene, demolito senza restrizioni i sistemi di riferimento dell’economia, i modi di presentarsi, di vestire, sarà rivendicata e assunta dal colonizzato al momento in cui, decidendo di essere la storia in atto, la massa colonizzata investirà le città proibite. Far saltare il mondo coloniale è ormai un’immagine di azione molto chiara, molto comprensibile e che può essere ripresa da ciascuno degli individui che costituiscono il popolo colonizzato. Disgregare il mondo coloniale non significa che dopo l’abolizione delle frontiere si creeranno vie di passaggio tra le due zone. Distruggere il mondo coloniale è né più né meno abolire una zona, seppellirla nel più profondo del terreno o espellerla dal territorio“. (idem pag. 8)
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«È necessario porre più attenzione in alcuni luoghi della città. Per questo ci è stato garantito che da gennaio ci saranno 600 rappresentanti delle forze dell’ordine in più, tra polizia, carabinieri e guardia di finanza», ha dichiarato il sindaco Beppe Sala al termine del vertice che si è tenuto giovedì mattina in Prefettura con il ministro dell’interno Matteo Piantedosi. L’incontro è stato convocato dopo gli incidenti al Corvetto. in seguito alla morte del 19enne Ramy Elgaml. [Corsera]
“alcuni luoghi della città”,
chissà poi dove li metteranno a dormire
Ommot 28 nov 2024