Del legame tra la moderna economia urbana e la speculazione edilizia si è già parlato qui.
Non stupisce, quindi, vedere la giunta Pisapia impelagata nei miasmi dell’Expo, che si mostra sempre più scopertamente una mera occasione di privatizzare i guadagni rendendo pubblici i costi e facendo macerie del tessuto urbano, delle reti di relazione e del significato delle parole.
Expo Milano 2015 “Nutrire il pianeta, energie per la vita“: e giu’ che si sgomberano campi d’accoglienza attrezzati (triboniano), si abbattono alberi, si cancellano seppur piccoli ecosistemi naturali (darsena), si distrugge il tessuto industriale delle periferie (Lares, Metalli preziosi, Maflow …), si ignorano le esistenti via d’acqua per costruirne di nuove, si cancellano vecchi quartieri (isola) per costruire grattacieli e padiglioni destinati a restare cattedrali in un deserto di umanità… “energie per la vita“, appunto, ce ne vogliono parecchie per sostenere lo scempio. Poi, se andrà bene, Milano ospiterà qualche milione di pellegrini, devoti della religione delle Merci, che lasceranno un obolo per giustificare la loro presenza. (speriamo almeno che tirino l’acqua del water)
Ma tant’è, pecunia non olet, e il bilancio deve quadrare. È il prezzo della modernità. Se non si accetta di cambiare davvero il sistema di riferimento allora questo è lo scotto da pagare, e non è poco. Può fare incazzare ma non deve stupire.
Quel che stupisce, invece, è l’ottusa cocciutaggine con cui la “giunta del cambiamento” si è rifiutata di riportare un livello di decenza nei rapporti di lavoro con i più deboli e precari tra i suoi collaboratori.
Quello dei rilevatori del censimento Istat 2011 è un caso piccolo ma emblematico.
Un’attività intrinsecamente temporanea, ma assolutamente prevedibile e programmabile con il dovuto anticipo come il censimento della popolazione si è con-fusa con la pratica dello sfruttamento bieco del lavoro precario (che ormai è divenuta normalità anche per i lavoratori e non solo per i datori – pubblici o privati di qualsiasi colore che siano-) e ha generato una forma di cottimo sottopagato, roba più da caporali che da “quelli del vento che cambia”.
Non si puo’ dire che il Comune non ne fosse informato.
Il 7/12/2011 il consigliere comunale Rosario Pantaleo scrive al Sindaco Giuliano Pisapia e al Direttore Generale Davide Corritore una lettera in cui indica 6 punti di problematicità del contratto e invita ad una rivisitazione dello stesso.
Pantaleo conclude scrivendo:
“Pur conscio delle problematiche che già l’Amministrazione sta vivendo (e subendo) ritengo opportuna una presa di posizione sui temi indicati al fine di porre i lavoratori interessati nelle migliori condizioni operative e di riconoscimento economici e professionale“.
I rilevatori, a loro volta, si fanno sentire, vengono anche ricevuti, a più mandate, dall’amministrazione comunale a cui spiegano i motivi della loro protesta. Ma nulla, non ne viene fuori nulla.
Una piccola ma non trascurabile vicenda che poteva farsi palestra di nuove modalità di relazioni, riesce solo a mostrare quanto incancrenite siano la macchina e il guidatore. Una vicenda che prima di fare incazzare riesce a stupire. Anche su questo i Comitati sostenitori del Sindaco dovrebbero ragionare nei loro Stati Generali.
Ora la parola è al tribunale, un luogo dove, notoriamente, non si risolvono le questioni. Il problema quindi, resta tal quale.
Peccato.
tommaso maggio 2013
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