nonostante la difficoltà intrinseca nella comunicazione tra singoli e/o tra gruppi, resta vero il fatto che
la parola detta ha una importanza enorme
è difficile rendersi conto fino a che punto oggi si tenda ad imporre il consenso NON attraverso la soddisfazione del bisogno di alcuni MA attraverso il silenzio imposto ad altri.
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ogni atto di parola, ogni espressione di dissenso spiegato, ogni pratica di gestione della dialettica delle parti contribuisce a riportare in superficie il problema dell’esistenza, del futuro, altrimenti schiacciato dalla necessità di posizionarsi nel consesso sociale.
Ci deve essere un rapporto tra il bisogno di confermare la propria identità e l’auto consegna al silenzio. La ricerca affannosa di modelli, conferme o sicurezze va di pari passo con l’assenza di confronto, negoziato, scontro.
La soluzione identitaria, però, se non è accompagnata ad un concreto progetto di elaborazione della relazione, aumenta l’isolamento e la solitudine. La comunicazione è come una pianta preziosa, va coltivata e innaffiata spesso.
tommaso, 23 maggio 2010